DEROGA ALLA DIRETTIVA NITRATI

 

Il 4 ottobre 2011 il Comitato Nitrati della Commissione Europea ha espresso parere favorevole in merito alla richiesta, presentata dall’Italia, di deroga al limite di 170 kg di azoto zootecnico ad ettaro vigente nelle Zone Vulnerabili ai sensi della Direttiva Nitrati (91/676/CE). Potranno beneficiare della deroga le aziende che su almeno il 70% dei terreni hanno una o più delle seguenti colture ad elevato fabbisogno di azoto e stagione di crescita prolungata:

  • mais a ciclo lungo classe FAO 600-700 (purchè sia raccolta l’intera pianta – granella e stocchi);
  • mais seguito da erbaio invernale (purchè l’erbaio sia raccolto);
  • cereali vernini seguiti da erbaio estivo (purchè l’erbaio sia raccolto);
  • prati permanenti e temporanei (purchè le leguminose rappresentino al massimo il 50% del cotico).

Su queste colture, l’azienda potrà apportare, in deroga al tetto massimo di 170 kg ha-1 previsto dalla Direttiva Nitrati, un massimo di 250 kg di azoto di origina zootecnica per ettaro per anno. Le tipologie di effluenti che potranno essere applicate in deroga sono: effluenti bovini sia tal quali che come frazioni ottenute da separazione solido-liquido ed effluenti suini per la sola frazione chiarificata ottenuta per separazione solido-liquido, purchè sia caratterizzata da un rapporto N:P2O5 pari ad almeno 2,5. La frazione solida separate del refluo suino dovrà essere obbligatoriamente delocalizzata al di fuori dell’azienda in deroga. Tuttavia, come accennato in precedenza, tale frazione, sebbene abbia un ridotto contenuto di umidità, è caratterizzata da una bassa densità e, per questo, il trasporto è conveniente solo per brevi distanze (non più di 15-20 km).

La distanza di trasporto potrebbe essere incrementata ricorrendo alla pellettizzazione della frazione solida. Tale processo consente infatti di ottenere un prodotto finale ad alta densità (si possono raggiungere valori anche superiori agli 800 kg m-3) e, quindi, di ridurre i costi di trasporto, movimentazione e stoccaggio rispetto al materiale tal quale.

La frazione solida separata del refluo suino prima e dopo il processo di pellettizzazione

Il processo di pellettizzazione di questo materiale concorre ad aumentare le possibilità di impiego dei reflui zootecnici contribuendo al recupero della sostanza organica e degli elementi nutritivi provenienti dagli allevamenti, al risparmio idrico, all’ottenimento di prodotti di elevato valore agronomico e più in generale, alla riduzione dell’impatto ambientale del settore agro-zootecnico.

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