Piemonte: area studio del progetto

In Piemonte si contano più di 1.150.000 capi suini, di cui il 67% concentrati nella sola provincia di Cuneo (Figura A), che rappresenta così circa il 9% della consistenza nazionale (fonte: anagrafe zootecnica Regione Piemonte e stime A.N.A.S. per la suinicoltura, 2008).

Al tempo stesso in altre zone l’abbandono e talvolta la completa scomparsa dell’allevamento, determina la riduzione ed in alcuni casi la totale assenza delle pratiche di fertilizzazione organica, determinando così un progressivo e continuo impoverimento del contenuto di sostanza organica nel suolo.

Tra i terreni per i quali la riduzione del contenuto di sostanza organica è particolarmente evidente si possono annoverare le zone collinari del sud del Piemonte dove prevalgono la coltivazione della vite e della nocciola (Figura B). Queste due aree distano tra di loro circa 50 km.

 

Collocazione sul territorio piemontese delle aree ad alta densità di allevamenti suinicoli (A) e delle principali aree viticole e corilicole (B).

I Piani di Sviluppo Rurali (PSR) 2007-2013 in attuazione della legislazione comunitaria della Politica Agricola Comune (PAC) introducono misure per mettere in atto delle azioni agroambientali che permettano di tutelare l’ambiente ed il territorio, incoraggiando gli agricoltori a mutare i loro metodi di produzione. Nello specifico, la misura 214.3 del PSR 2007-2013 della Regione Piemonte prevede “Incremento del carbonio organico nel suolo” che attribuisce un beneficio finanziario destinato a favorire l’incremento del contenuto di carbonio organico nei suoli. La misura si applica ai terreni che ricadano nelle aree classificate con basso o moderatamente basso contenuto di carbonio organico, o che comunque possano dimostrare un contenuto in carbonio organico inferire a 1,5%. Ricadono in questa categoria le aree collinari in cui sono diffuse la coltivazione della vite e del nocciolo.

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