CNR-IMAMOTER
Obiettivi specifici e risultati parziali conseguiti nel corso della prima parte di sperimentazione
1. “Studio ed ottimizzazione del processo di separazione solido liquido in funzione del prodotto da ottenere”
L’obiettivo dell’attività è stato quello di valutare le prestazioni di diverse tipologie di separatore al fine di individuare la soluzione che consente di ottenere la frazione solida con il contenuto in sostanza secca più elevato. A tal proposito la scelta delle macchine da utilizzare per le prove è ricaduta sulle seguenti tipologie:
- separatore centrifugo abbinato all’utilizzo di un polielettrolita (A);
- separatore a compressione elicoidale (B).
Nell’ambito di queste prove di separazione sono state determinate le caratteristiche qualitative e quantitative del liquame in entrata al separatore e delle due frazioni ottenute in uscita. Per la determinazione qualitativa sono stati prelevati campioni delle tre frazioni (liquame in ingresso, frazione liquida e frazione solida). Di ciascun campione sono stati determinati i seguenti parametri: Solidi Totali (ST), Solidi Volatili (SV), ceneri, pH, azoto totale, azoto ammoniacale, fosforo, rame e zinco. La determinazione quantitativa ha previsto misure volumetriche della frazione liquida e pesate della frazione solida.
2. “Messa a punto ed ottimizzazione del processo aerobico semplificato di stabilizzazione biologica”
Le prove di compostaggio sperimentale sono state eseguite confrontando due diverse tecniche di gestione dei cumuli: statica e dinamica. Si definisce statico il compostaggio eseguito senza rivoltamento del materiale e dinamico quello che prevede un rivoltamento periodico della massa al fine di rendere disponibile una maggior quantità di ossigeno per i processi biologici di degradazione della sostanza organica.
Il processo di stabilizzazione aerobica è stato eseguito impiegando come fonte di azoto la frazione solida dei reflui suini e come fonte di carbonio sono stati confrontati vari materiali lignocellulosici ed in particolare, paglia di frumento, cippato proveniente da manutenzione del verde pubblico e segatura non trattata.
3. “Monitoraggio ambientale (emissioni gas serra) del processo aerobico di stabilizzazione”
Durante la stabilizzazione aerobica della frazione palabile del refluo suino sono state monitorate le emissioni di NH3 e di gas serra (CO2, CH4 e N2O) generate dal processo. A tal proposito sono stati presi in esame diversi metodi per la determinazione di tali gas.
In un caso per la misurazione delle emissioni ammoniacali è stato sviluppato un sistema di monitoraggio basato sul modello delle “dynamic chamber” il quale permette di misurare e quantificare l’emissione ammoniacale proveniente dalla superficie del cumulo. Tale sistema è costituito da:
- captatori (A)
- trappole acide (B)
- flussimetri (C)
- contalitri (D)
- pompa di aspirazione (E)
Nel secondo caso invece si è deciso di utilizzare un rilevatore foto acustico per misurare la concentrazione di NH3 ed un gascromatografo per determinare la concentrazione di CO2, CH4 e N2O.
4. “Creazione di un sistema di contenimento delle emissioni di gas effetto serra prodotte dal processo aerobico di stabilizzazione”
Al fine di contribuire a limitare l’impatto ambientale del processo di compostaggio, è stato progettato e costruito un sistema di contenimento ed abbattimento delle emissioni ammoniacali generate dal processo di stabilizzazione aerobica del materiale organico.
Con il sistema di biofiltrazione realizzato, è stato possibile ottenere abbattimenti del 70-80% dell’emissione ammoniacale totale.
5. “Trasferimento su pellettatrice industriale dei risultati di attività sperimentale condotta da altra UO”
Per valutare la possibilità di trasferire su di una pellettarice industriale i risultati ottenuti dall’attività sperimentale condotta dal UO D3A, sono state condotte, presso la Società Semplice Agricola BONETTO CB5, delle prove di pellettizzazione utilizzando una macchina modello FT320 realizzata dall’azienda Tenchini S.N.C..
Inoltre, per valutare il comportamento del materiale organico durante il processo di densificazione sono state condotte, presso i laboratori dell’UO IMAMOTER, delle prove di agglomerazione per pressione i cui risultati hanno portato alla redazione di due articoli scientifici.
6. “Studio della fitotossicità del materiale iniziale e del formulato finale pellettato”
Sono stati condotti test di germinazione con semi di Lepidium sativum L. con lo scopo di individuare la presenza di inibitori di crescita e di conseguenza l’eventuale fitotossicità delle tipologie di materiale organico prese in esame. Dai saggi biologici condotti è emerso che, le matrici organiche considerate, presentando un valore relativo all’indice di germinazione maggiore di 80%, possono essere considerate esenti da fitotossicità.
Per il momento non sono stati eseguiti saggi biologici per valutare la fitotossicità dei materiali organici pellettati.
7. “Valutazione dell’impiego agronomico del fertilizzante organico pellettato specificatamente su nocciolo, vite, riso, cereali, orticole e piante da vivaio”
Non avendo a disposizione una quantità di materiale sufficiente alla realizzazione delle prove, la valutazione agronomica del fertilizzante organico pellettato non è ancora stata eseguita.
E’ stata tuttavia condotta una prova di accrescimento in vaso del mais al fine di valutare la capacità fertilizzante del materiale organico compostato.
La prova ha messo in evidenza l’elevata capacità fertilizzante del compost: tale materiale, comunemente considerato un ammendante, è invece in grado di rilasciare il 50% dell’azoto organico in esso contenuto già nel corso del primo anno di coltivazione.
8. “Valutazione economica, energetica ed ambientale dell’intero ciclo di produzione e utilizzazione del materiale organico pellettato”
Tale attività, per il momento, non è stata eseguita.
9. “Valutazione globale costi/benefici dell’intera filiera di produzione del fertilizzante organico pellettato”
Tale attività, per il momento, non è stata eseguita.
10. “Divulgazione dei risultati ottenuti presso gli operatori del settore agro-zootecnico per operare un miglioramento della qualificazione professionale”
Al fine di comprendere se i primi pellet (prototipi) realizzati all’interno del progetto FITRAREF soddisfino le richieste e le aspettative degli imprenditori agricoli e dei tecnici operanti nel settore vitivinicolo sono state organizzate due giornate incontro.